A casa di Hina tutto, o quasi, sembra dolce: i vecchi e i nuovi ricordi della sua famiglia, il profumo di burro e vaniglia sprigionato dalle torte sfornate dal padre, la gentilezza e la dedizione che i genitori riversano sulla clientela della loro attività.
I racconti di Harada Maha (La pasticceria della felicità) ruotano attorno a Sweet Home, la loro piccola pasticceria all’europea. Oltre a essere un locale storico in un quartiere accogliente e tranquillo è, ancor di più, un punto di riferimento affettivo per una serie di personaggi di cui la scrittrice ritrae le vicende quotidiane, le delusioni e i momenti di sofferenza, i desideri e i cambiamenti.
Dietro queste storie deliziose, c’è più di quanto sembri. Come sottolinea il traduttore Lorenzo Marinucci, “in questo immaginario in apparenza così leggero […] si possono leggere in controluce e in contrasto inquietudine generazionali e di genere, una rinnovata attenzione verso la famiglia che però ne ridefinisce alcuni tratti importanti, il tentativo di esplorare nuovi equilibri tra le proprie identità personali, professionali e sociali“.
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