Sogni. La grande prosa russa del primo Novecento
la grande letteratura russa classica del primo Novecento
€16.00
Isaak Babel’, Boris Pasternak, Evgenij Zamjatin, Andrej Platonov, Jurij Oleša, Vladimir Nabokov, Fedor Sologub, Velimir Chlebnikov, Vladimir Majakovskij, Aleksandr Čajanov, Daniil Charms, Andrej Belyj, Aleksej Remizov, Marina Cvetaeva, Aleksandra Kollontaj, Nikolaj Punin
Il secondo volume della trilogia dopo Fuoco
A cura di Mario Caramitti
Sogni. La grande prosa russa del primo Novecento è il secondo di tre volumi antologici dedicati allo straordinario momento di fioritura creativa che ha contraddistinto la letteratura russa nei primi trenta anni del Ventesimo secolo. Il precedente, Fuoco (la rivoluzione e la guerra civile), è uscito nel 2020, il terzo, Segni, (le forme più elaborate e avanguardistiche) è previsto per il 2022. Sogni è dedicato all’eterno istinto russo alla trasposizione del quotidiano in chiave metafisica, in una stagione, quella rivoluzionaria, di per sé fondata sul più ambizioso tentativo di incarnazione dell’utopia. Un piccolo uomo “alla russa” trova un Eden privato e ne è strappato dal ghigno sadico della società, il vortice della rivoluzione, un baco da seta e un pianeta morente viaggiano verso un ambiguo destino di palingenesi o estinzione: temi quali la ricerca della felicità, i tormenti del destino collettivo, il superamento dei confini tra la vita e la morte sono interpretati da scrittori di assoluta grandezza come Pasternak, Nabokov, Platonov, Zamjatin, Babel’ e, con un taglio più nettamente mitico-onirico, da Chlebnikov nel suo capolavoro in prosa, Ka. Accanto ai racconti e alle novelle che costituiscono il nucleo centrale dell’antologia, per la maggior parte inediti o da tempo fuori commercio, ci sono estratti di straordinari romanzi come Con gli occhi rasati di Remizov e Kotik Letaev di Belyj. Al centro del volume la sorpresa di un cuore poetico, i brani finali del celebre dramma in versi di Majakovskij Mistero buffo, epopea verso il paradiso in terra del proletariato trionfatore. Con la quale entriamo nella componente apertamente utopica della progettazione etico-sociale comunista, in termini di rapporti fra i sessi (Kollontaj), organizzazione delle campagne (ecologia visionaria di Čajanov), urbanistica (il leggendario progetto di monumento alla Terza internazionale di Tatlin, raccontato da Punin). Come drammatico controcanto abbiamo, negli stessi anni, le terribili narrazioni distopiche di Zamjatin e Platonov. Completano il volume due raffinate prose di poeti, entrambe mitizzazioni del tempo e dell’infanzia: un racconto di Cvetaeva e l’intero romanzo breve di Pasternak L’infanzia di Ljuvers.
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